Salvatore Albano

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Salvatore Albano (Oppido Mamertino 1841 - Firenze 1893) è stato uno scultore italiano del XIX secolo. È nato ad Oppido Mamertino il 29 maggio 1841 (secondo altri egli è nato il 27 maggio 1841). Iniziò sin da fanciullo a scolpire statuette per il Presepe in creta e in legno. Nel 1860 trasferitosi a Napoli fu ammesso nello studio dello scultore calabrese Giuscppe Antonio Sorbilli e frequentò quell'Accademia di Belle Arti con la guida di Tito Angelini. L'Albano si fece conoscere nel 1864 esponendo alla Promotrice il suo gruppo in marmo "Il conte Ugolino' e la statua intitolata "Lacrime e fiori" raffigurante una giovane donna in lacrime nell'atto di sparger fiori su fiori' di una tomba. Lanno successivo ottenne il primo premio dellAccademia con l'opera "Cristo nell'orto degli Ulivi" L'anno stesso eseguì in marmo la statua 'Mosè che spezza le tavole della legge'", che attualmente si trova al Museo di Capodimonte. Nel 1866 espose a Napoli "Masaniello" "La risurrezione di Lazzaro"" e la statua di "Caino'", ora all'Accademia napoletana. Nel 1869 si trasferi a Firenze, ed ivi svolse la sua attività artistica, eseguendo numerose opere che ebbero vasto successo anche all'estero; di esse ricordiamo Vanni Fucci, ispiratagli dall'Inferno dantesco, che ottenne la medaglia d'oro al Salon di Parigi del 1878 e che ora trovasi al Museo Metropolitan di New York, "Gli angeli ribelli" esposta a Torino, "Le lottatrici" bel gruppo in bronzo, "Cristo in Croce" che ispirò un sonetto al poeta Angelo De Gubernatis e fu esposto al Salon di Parigi, "Amore e Psiche", ripetuta per le città di Londra e di New York. Eseguì anche un Angelo per la tomba di sua madre nel Cimitero di Oppido Mamertino, il monumento al Generale Mac Gregor per San Paolo di Londra, il sepolcro del Cav. Bigatti nel Cimitero monumentale di Milano, le due statue di Margherita e di Mefistofele, esposte nel 1881 al Salon di Parigi e la statua "La schiava" ora al Museo Simu di Bucarest. Salvatore Albano è morto nell'ottobre 1893 a Firenze.

FONTE: Gli scultori italiani di V.Vicario

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